Il
ricordo di Vicente de Cadenas y Vicent
nel suo Editoriale per il
50° anniversario di Hidalguia
la storia di un Uomo vissuto nell’ideale
che la nobiltà
debba realizzare opere sociali e culturali
Vicente de
Cadenas e Pier Felice degli Uberti
Vicente de Cadenas y Vicent
Hidalguía è nata come conseguenza di un invito
rivoltomi a partecipare al II Congresso Internazionale
de Genealogia ed Araldica, che si sarebbe tenuto a Roma e a Napoli,
proseguimento ideale di quello realizzato a Madrid l’ultimo anno della
Monarchia e del quale fu Presidente l’Infante Don Fernando di Baviera.
Non ero uno studioso né di araldica
né di genealogia ma me lo chiedeva un carissimo amico italiano, il Duca della
Salandra e di Serracapriola, e perciò accettai l’invito. Mi misi quindi
all’opera cercando informazioni sulla situazione dello studio di queste scienze
al di fuori del Corpo dei Cronisti Re d’Armi, al quale
già appartenevo. I risultati furono scoraggianti: a Valencia si pubblicava,
ogni tanto, una Rivista e a Barcellona si annunciava la prossima uscita di
un’altra ma, con carattere scientifico, anche se composta di aficionados,
non esisteva alcun’organizzazione. Chiesi quindi a mio zio, Vicente Castañeda,
che aveva pubblicato un libro di araldica, il quale
m’indirizzò verso coloro ai quali avrei potuto chiedere collaborazione e, fra
questi, il Duca d’Alba, Presidente della Reale Accademia della Storia, della
quale mio zio era Segretario Perpetuo. Trovai aiuto e collaborazione per
realizzare
Giunti a Madrid, la nostra prima
preoccupazione fu costituire un’Associazione per riunire tutti gli studiosi e poter organizzare il Congresso. Nacque così l’Instituto Internacional de Genealogía y Heráldica e incominciai a pubblicare, con cadenza quindicinale,
Il Congresso fu un gran successo, sia per
l’organizzazione sia per le relazioni presentate, pubblicate successivamente in
un volume. Ricevemmo aiuti dalle autorità, ma non economici, e 16 commende con placca da
quattro Ministeri, da concedere a personalità straniere che avessero assistito.
Ancora oggi se ne parla come del più completo, sotto tutti gli aspetti, finora
realizzato.
Fin dal primo numero di Hidalguía, l’Editoriale
conteneva un’altra inquietudine da parte di coloro che poi la realizzeranno (Manuel
Aranegui, mio fratello Francisco, il Marqués de Siete Iglesias,
Ampelio Alonso Cadenas, Valentín Dávila, Miguel de Codes e
chi scrive), riferita più che all’araldica o alla genealogia alla
ricostituzione dell’Estado Noble. L’Editoriale del primo numero lo
affermava e, prima del Congresso presieduto dall’Infante Don Fernando, si
costituì
Da un lato funzionava l’Instituto Internacional de Genealogía y Heráldica e
dall’altro l’Asociación, che accorciò il suo nome in Asociación de
Hidalgos a Fuero de España, nata con lo spirito di raggruppare la Nobleza
Llana[1] e realizzare,
principalmente, alcune delle molte opere effettuate dallo Stato Nobile spagnolo
prima del 1836, anno nel quale avvenne la cosiddetta “Confusione degli Stati”.
Con questo desiderio, aiutati da alcuni Associati, si crearono due Borse di
Studio nel
Seminario di Vitoria, per testimoniare la nostra volontà.
Incominciò a delinearsi nella nostra mente la
creazione di una grande opera con l’aiuto dei Benedettini del Valle de los
Caídos, per via della mia amicizia con l’Abate Frà Justo Pérez de Urbel.
Ad egli ricorremmo e ci offrì un terreno per costruire un Colegio Mayor
nella stessa Città Universitaria. Purtroppo non fu possibile e decidemmo quindi
di farne richiesta noi stessi, appoggiati dalla promessa d’aiuto economico
fattaci da Manuel de Aranegui. Lo facemmo, ligi a tutte le disposizioni
di legge, e l’intervento di Legaz Lacambra fu decisivo poiché ci fu
concesso il terreno dove oggi sorge il Colegio Mayor Universitario Marqués
de
Una parte delle
nostre inquietudini era placata ma vi era un’altra gran preoccupazione, quella
per gli anziani e, quindi, decidemmo la costruzione di una Residenza per la
terza età. E così nacque, poco dopo la prima realtà, la seconda:
Avevamo in mente
un’altra idea, la costruzione di alcuni edifici sul modello di quelli fatti a
suo tempo dall’Ordine di Santiago per i pellegrini diretti a Compostella. Fummo
aiutati dal Capitán General de Galizia, Arturo Roldán, nostro
associato, che ci offrì un terreno in condizioni perfette dove, con i nostri
risparmi e con quello che era avanzato della Casasolar, la potemmo
realizzare. C’erano stati concessi, inoltre, alcuni terreni in Logroño
dal Marqués de Vargas, a Puente
Richiedemmo, e ci fu
concesso per il prestigio che aveva il nostro Colegio Marqués de
Avevamo stabilito rapporti con
Avevamo ancora energie per occuparci di genealogia,
benché il nostro sforzo principale fosse
L’Associazione, insieme all’Istituto,
intraprese un lavoro mai realizzato: catalogare i fondi nobiliari dei vari
archivi e pubblicarli insieme.
Iniziammo con gli estratti degli Ordini Militari che io avevo già
preparato, ma non in ordine cronologico, per
riunire quest’immenso lavoro che riguardava i funzionari, gli orfani e le
vedove del Ministero del Tesoro, di Matilla Tascón, seguiti da quelli
dei quattro Ordini Militari e di Carlo III dell’Archivio Storico Nazionale; la
catalogazione per l’Indice del personal, dell’Archivio Generale Militare
di Segovia e la più importante dal punto di vista nobiliare:
Di seguito nacque
anche
Fu un solo corso e
durò tre anni, poiché si dovette sospendere a causa della tragedia familiare di
uno dei suoi fondatori.
Organizzato dalla
nostra Junta de Italia, si tenne a Roma un Congresso dei Comuni
sull’Araldica Comunale, che fu un successo e nel quale vi furono degli accordi
che, più o meno rapidamente, stabilirono norme per gli stemmi municipali.
D’altra parte fummo
invitati ad entrare nella CILANE, organismo di carattere privato allora tra
Francia, Italia, Germania, Belgio e Russia Bianca, ma l’opposizione dell’Italia[2],
per motivi meschini che nulla avevano a che vedere con i requisiti necessari
per farne parte, ci tenne vari anni nella attesa, fino a quando alcuni suoi
membri che partecipavano al Congresso Internazionale di Genealogia ed Araldica
tenutosi a Madrid per la seconda volta,
Si acquisì un locale
da essere destinato a Biblioteca specializzata in Genealogia ed Araldica ma,
tenendo conto del costo di riproduzione dei libri esauriti in queste materie,
del personale necessario per gestirla, dell’acquisto del materiale e della
vigilanza necessaria, fummo indotti ad abbandonare il progetto.
In tutti i settori
iniziati è proseguito il nostro impegno ma, in modo speciale, nelle
catalogazioni e nelle successive pubblicazioni, e il catalogo delle edizioni ne è
una prova, che si aggiunge a tutte le altre, alcune di particolare importanza
come l’ELENCO, che si può considerare figlio dell’Indice pubblicato nel
1955 e ‘56 e la cui prima edizione è del 1968. Dopo la pubblicazione della Guía
Oficial in modo irregolare, Julio de Atienza, Barón di Cobos de Belchite
ed io considerammo necessario ciò che avevamo enunciato nell’Indice, e
fummo ricercatori e redattori dell’opera, ai quali si aggiunse il figlio di mio
cugino Ampelio Alonso Cadenas, Ampelio Alonso López. A passo a passo,
edizione dopo edizione, annualmente si è ampliato e, attualmente, attraverso i
dati forniti dagli stessi interessati, è una delle migliori opere che si siano
pubblicate nel tempo su questo genere.
Giungiamo così all’opera più importante
realizzata dall’Asociación de Hidalgos:
Finora la nostra principale attenzione è stata
per la cultura, attraverso il Colegio Mayor Marqués de
Nelle pagine di Hidalguía sono riflesse
tutte queste ispirazioni e le principali opere sono concretamente lì, a Madrid
e a Ciempozuelos.
indice (Italiano) index (English)
* Vicente de Cadenas y Vicent, Medio siglo de la revista Hidalguía y alguna cosilla más,
inspirada desde sus páginas, Hidalguía, mayo-agosto
2003, núms. 298-299, pp. 297-304.
[1] Nobiltà non titolata.
[2] In verità sino al 1980
alla CILANE appartenevano 2 associazioni nobiliari italiane: l’Unione della Nobiltà
d’Italia (favorevole all’ingresso degli Hidalgos) e il Corpo della Nobiltà
Italiana (Ndr.).