I Vescovi della Diocesi di Chioggia

GIACINTO AMBROSI

LXXVI
1938 - 1952



   Di rosso a tre gigli al naturale, gambuti e fogliati di verde. Al capo d'azzurro al braccio nudo di Cristo posto in croce di Sant'Andrea sul braccio vestito di tonaca di Francesco, la mano del quale reca le stigmate; dall'incontro nasce la croce latina, il tutto fra le nuvole (Religione dei frati minori capuccini).





Mons. Giacinto Ambrosi


    Giovanni Ambrosi, nato a Trieste il 29 gennaio 1887, vestì l'abito cappuccino a Bassano del Grappa nel 1902 assumendo il nome di fra' Giacinto da Trieste e pronunciando i voti perpetui nel 1908. Il 16 agosto 1909 ricevette l'ordinazione sacerdotale dalle mani del patriarca di Venezia, card. Cavallari, nativo di Chioggia.

    Trasferito nel convento di Thiene e poi in quelli di Padova e Thiene per motivi bellici, fu in seguito nominato direttore dello studio filosofico di Udine e si dedicò all'insegnamento. Nel 1923 fu eletto parroco della basilica della Tomba di Adria, dove rimase per 13 anni, ricoprendo altresì la carica di Ministro provinciale dei Cappuccini veneti e portandosi in visita apostolica in due missioni dirette dal suo Ordine in Brasile. Eletto nel dicembre 1937 vescovo di Chioggia dal papa Pio XI, ricevette la consacrazione episcopale il 2 febbraio 1938 nella “sua” parrocchia della Tomba dalle mani del vescovo di Adria, mons. Mazzocco, dell'arcivescovo di Otranto, mons. Cunarollo (già parroco della stessa basilica adriese) e del vescovo di Comacchio, mons. Menegazzi. Prese possesso della diocesi clodiense il 18 marzo successivo.

    Pose particolare cura alla ristrutturazione del Seminario, alla ricostruzione e all'incremento delle parrocchie e delle curazie dopo il secondo conflitto mondiale, in cui ebbe parte determinante nelle trattative di resa col comando tedesco di Chioggia. Diede inizio ai lavori di costruzione del Santuario della B. V. della Navicella di Borgo Madonna, a seguito del voto solenne da lui espresso alla Vergine nel momento cruciale della guerra nel 1944 per la salvezza della città. Fondò l'Ente diocesano per l'istituzione degli asili infantili, effettuò la “Peregrinatio Mariae” in tutta la diocesi e tenne il 2° Congresso Eucaristico diocesano. Egli si mostrò uomo attento alla realtà viva e alla cronaca della nostra diocesi. Da ricordare la sua opera di mediazione durante il periodo critico dell’occupazione tedesca di Chioggia, allorche contribuì all’allontanamento delle truppe naziste dalla città il 27 aprile 1945. Visitò due volte la diocesi, nel 1939 e nel 1947. Nel Delta fondò un’impalcatura cristiana d’inserimento nel mondo del lavoro con l’Onarmo e con le Acli, favorendo la creazione del segretariato del popolo per la tutela dei diritti dei lavoratori, la mensa, il circolo ricreativo, le assemblee per lo studio e il dibattito dei problemi e l’azione sociale. Fu il primo ad istituire i cantieri di lavoro per i disoccupati. Attraverso la POA distribuì la carità del papa e aprì una cucina per i poveri nel 1949 con l’istituzione del FAC (Fraterno Aiuto Cristiano). Si impegnò nella fondazione nel 1939 del settimanale cattolico “Il foglietto della domenica” e alla rifondazione, nell’immediato dopoguerra, del settimanale “Nuova Scintilla”, affidandone la direzione a mons. Mario Alfieri. Lasciò la diocesi nel 1951 in coincidenza con la disastrosa alluvione del Po del 1951.
 

   Il 24 dicembre 1951, dopo 14 anni di episcopato a Chioggia, fu nominato Arcivescovo di Gorizia, della cui diocesi prese possesso nel marzo dell'anno seguente. Ritiratosi più tardi nel suo convento di Thiene, vi morì il 26 settembre 1965.



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