I Vescovi della Diocesi di Chioggia

GIOVANNI BENEDETTO
M. CIVRAN


LXV
1776 - 1795



   D'azzurro al cervo passante d'argento, con la testa rivolta.



    Nato a Bassano nel 1723 e fatti gli studi letterari a Padova, Giovanni Benedetto M. Civran fu nominato dal Senato Veneto nel 1769 vescovo di Caorle e nel 1776 vescovo di Chioggia. Preso possesso in forma privata della Diocesi, durante il suo episcopato si succedettero in Chioggia avvenimenti listi e tristi, il più importante dei quali fu l'arrivo in città, avvenuto il 10 marzo 1782, di papa Pio VI, diretto a Vienna e incontrato dal Civran a Cavanella Po insieme al podestà Gradenigo. Alloggiò il pontefice in palazzo Grassi “splendidamente addobbato di cuoi dorati, di arazzi e di magnifiche suppellettili”. Il papa si assise “su un magnifico seggiolone di legno dorato, stile impero, scolpito con putti e frutta di grandissimo pregio, il quale per via di successione passò alle monache di S. Croce. Soppresse queste dalle leggi napoleoniche, la preziosa sedia venne ad abbellire la chiesa di S. Domenico”; essa fu poi ceduta al podestà Antonio Naccari, che la lasciò al figlio Achille Brusomini Naccari.

    Morto questo, la di lui moglie cedette il prezioso cimelio ad un artista veneziano e di esso non si seppe più nulla. “Sopra il seggiolone in un fregio aggiunto, leggevasi la seguente iscrizione: “Die XI Martii _ cum pernoctasset - Clodiae in palatio Crassi - Pius VI Pont. Max. - hac sede usus fuit”.

    Il mattino seguente il papa benedisse dal palazzo la folla e nel pomeriggio, essendo il tempo burrascoso e sconsigliabile la traversata in laguna, ripiegò per la via fluviale lungo il Brenta, quindi, per Mira e Mestre raggiunse Venezia, accompagnato fino al confine della diocesi dal nostro vescovo Civran. A ricordo dell'avvenimento, è tuttora visibile, seppur in cattivo e deplorevole stato, una lapide sotto l'arco della Torre di S. Maria, un'altra ai fianchi dell'ingresso di palazzo Grassi ed una terza nella chiesa di S. Andrea, cui il Papa accordò, prima di lasciare Chioggia, l'indulgenza plenaria per i fedeli che l'avessero visitata. Analogo incontro ebbe il Civran a Venezia allorché il Papa fu di ritorno da Vienna il 15 maggio.

    Si prese cura delle Zitelle trasferendole dalla piccola casa presso la Confraternita di S. Francesco all'ex convento agostiniano di S. Nicolò e s'interessò pure della fabbrica in altra località delle casette destinate alle stesse Zitelle come alloggio gratuito del Gran cancelliere Antonio Vacca e prima situate dietro l'abside del vecchio Duomo (si ricordi la situazione inversa est-ovest di quest'ultimo).

    Questa opera fu in seguito affidata alla Congregazione di Carità fino ai primi decenni di questo secolo (era situata in Ramo Casette, tra calle Airoldi e calle Scura Airoldi) quando fu aperta la casa di ricovero femminile di Ca' di Dio.

    Particolari cure il Civran dedicò al Seminario: sospesa, per la soppressione dei Domenicani, la ricostruzione della Chiesa di S. Domenico, si occupò perché i lavori continuassero, usufruendo dell'eredità del vescovo Antonio Grassi e dando in pegno persino la sua croce pettorale. Effettuò due visite pastorali (1777 - 79 e 1785 - 94), si interessò di questioni curiali ed ecclesiastiche, elevò ad arcipretale la parrocchia di Ognissanti di Pellestrina (1791) e consacrò la chiesa di S. Giacomo (1790), meritandosi l'elogio al Senato da parte del podestà Almorò Tiepolo II (1792).

    Allorchè ormai sperava di veder compiuto l'amato seminario, cui aveva destinato tutti i suoi libri e il suo ritratto, e per cui aveva fatto stampare i regolamenti, la morte lo colse il 28 ottobre 1794. Fu tumulato in Cattedrale, mentre il suo cuore, per sua disposizione testamentaria, fu chiuso in una cassetta di piombo per essere conservato nella biblioteca del Seminario. Il Comune fece murare una lapide sulla porta dell'ex Seminario (ore caserma della Guardia di Finanza) per perpetuarne la memoria con questa dicitura: “Antonio Crasso / Clodiensi / Aere suo ex test. auctori / Io. Benedicto M. Civrano / Veneto / Ex liberalitate publica / Amplificatori et Istitutori / Clodiae episcopis / Municipes / MDCCLXXXXIIII”.



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