Di origine lombarda, nato verso il 1522, dall'Ordine dei francescani Conventuali, teologo, Massimiano Beniamo fu per 26 anni inquisitore a Padova e come tale partecipò al Concilio di Trento, dove nel 1561 pronunciò davanti ai Padri una dotta orazione. Eletto vescovo di Chioggia da papa Sisto V nel 1585, fu accolto con una barca con il felze. Risolta in parte un'antica questione tra Canonici e Comune, fu incaricato dal doge Cicogna di recuperare da Papozze il capo di S. Massimo, trafugato dalla chiesa di S. Canziano. Consacrò nel 1589 la chiesa dei Cappuccini, dedicata a S. Antonio, annessa al convento omonimo, situato fuori porta di S. Maria a Chioggia. Tenne tre Sinodi, come il Veniero (8°: 1588; 9°: 1595; 10°: 1599), nel primo dei quali regolò l'istituzione e la congregazione dei casi di coscienza. Ottimo predicatore, nel 1595, a 75 anni d'età, cagionevole di salute, chiese un coadiutore, ma Comune e Capitolo si opposero. Nel 1601 rinnovò, ma inutilmente, la richiesta al Papa, in quanto il 10 marzo dello stesso anno morì. Fu sepolto nella Cattedrale.