I Vescovi della Diocesi di Chioggia

LUDOVICO MARANGONI

LXXIII
1877 - 1908



   D'azzurro al palmipede di nero rivoltato, sostenuto da uno scoglio al naturale e sormontato dal sole d'argento orizzontale a destra. Al capo d'argento al braccio nudo di Cristo posto in croce di Sant' Andrea sul braccio vestito di tonaca di Francesco, la mano del quale reca le stigmate; dall'incontro nasce la croce latina, il tutto fra le nuvole (Religione dei frati minori conventuali).





Mons. Ludovico Marangoni


    Vicentino, dei Minori Conventuali. Ordinato sacerdote nel 1843, addottoratosi in filosofia e teologia, uomo di lettere, fu ministro generale del suo Ordine in Roma e intervenne al Concilio Vaticano del 1870. Consacrato Vescovo a Roma da Papa Pio IX nel 1875, fu trasferito a Chioggia nel 1877 per ricoprire la sede vescovile lasciata vacante da mons. Agostini, eletto patriarca di Venezia. Resse la diocesi clodiense per oltre 30 anni distinguendosi per le sue doti precipue di dottrina e carità.

    Consacrò la chiesa di Pettorazza Grimani (1891), aprì l'Istituto delle Canossiane di Cavarzere (1890) e di Malamocco (1898), celebrò 25° dell'incoronazione della Madonna del Apparizione di Pellestrina (1888) e il 150° del trasferimento dell'immagine della Madonna della Carità di Loreo nella parrocchiale(1889), benedisse la nuova cappella del cimitero di Chioggia (1885) e intervenne all'inaugurazione della ferrovia Chioggia - Rovigo(1887) e dell'acquedotto (1888). Governò la diocesi in un periodo politicamente abbastanza burrascoso per la città; fece riaprire al culto la chiesa di S. Martino in Chioggia fece costruire l'attuale urna d'argento, che raccoglie le reliquie dei SS. Patroni Felice e Fortunato, opera del prof. Aristide Naccari (dopo aver proceduto alla loro ricognizione e ricomposizione) nel 1905. Mons. Marangoni provvide anche alla definitiva sistemazione del seminario (1887), fece tornare in Congregazione di Chioggia i PP. Filippini, espulsi nel 1867 in seguito alle leggi eversive (1883) e vi chiamò i Padri Salesiani (1899). Infine fece costruire le chiese di Ca' Emo (1902), completò quella si S. Martino di Sottomarina (1910), elevò a basilica la chiesa di S. Giacomo (1906) e partecipò alla processione del Cristo di S. Domenico (1901). Lasciò un prezioso testamento spirituale e prima della sua morte, avvenuta nel 1908, dettò questi versi del tutto inediti: “Dammi, o mio buon Gesù / del ciel la santa pace, / eppoi fa pur di me / quel che ti piace. / Venga, o mio buon Gesù, / venga la morte, / ma tu del tuo bel ciel / m'apri le porte. / M'apri del tuo ciel / le porte, o Dio, /perché vi possa entrar / felice anch'io”.



Blasonature a cura di Giorgio Aldrighetti
Testi di Angelo Padoan
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