Fr. Nicolò Foscarini fu patrizio veneto, monaco di ordine ignoto e vescovo di Foglia Nuova nell'Asia Minore. Fu proposto dal Senato Veneto, com'era prassi allora, come vescovo di Parenzo (1363), di Caorle (1365) e arcivescovo di Candia (1367), ma, per benevola disposizione di papa Gregorio XI, allora in esilio ad Avignone, fu nominato alla fine del 1375 vescovo di Chioggia. Il Foscarini visse gli anni della terribile guerra di Chioggia (1379-81) e assistette alla distruzione di Chioggia Minore e all'incendio di Pellestrina e di altri luoghi della diocesi durante gli scontri fra i Carraresi di Padova, i Genovesi e i Veneziani. Durante il suo episcopato furono totalmente distrutti i famosi monasteri di Malamocco, Brondolo e Fosson, furono semidistrutti il cenobio di S. Giovanni Battista dei Camaldolesi e i conventi delle monache Benedettine di S. Caterina "ultra canalem" (nell'attuale isola dei Saloni) e di S. Caterina del Deserto (nella zona del cimitero di Sottomarina). Furono altresì resi inagibili gli edifici che sorgevano fuori porta S. Maria; si combatté accanitamente sul ponte in legno di S. Domenico, per cui subirono la stessa sorte i conventi dei Francescani di S. Francesco fuori le mura e dei Domenicani nell'isola omonima. Sottoposta a saccheggio la città, furono pure sottratti i tesori delle chiese.
Le tristi vicende seguite alla guerra dopo la vittoria di Vettor Pisani sulla flotta genovese (24 giugno 1380) consigliarono il vescovo Foscarini a rinunciare alla visita pastorale, che ogni cinque anni allora i vescovi erano soliti effettuare alla diocesi. Dal momento che allora a tale visita si annetteva molta importanza, saputo della rinuncia, il Comune vi si oppose, cosicché, allo scopo di risolvere la questione, fu inviato a Chioggia il patriarca di Grado, da cui dipendeva allora la nostra diocesi, con il falso scopo di visitare la città; in realtà egli, invece, impose al vescovo Foscarini di desistere dal suo proposito e a farsi accompagnare nella visita, sempre secondo l'usanza del tempo, da quattro persone di rango. Il Foscarini, di famiglia nobile, come detto, lasciò in dono alla Cattedrale una mitria, due anelli, un paio di chiroteche (guanti) e un pastorale con nastro di seta pendente, con l'obbligo però di non alienare gli oggetti, in modo da poter essere usati dai suoi successori.
Morì nel 1387 e gli succedette un altro religioso, fr. Silvestro.