Canopeo fu quasi certamente nativo di Chioggia. Esistono alcune "versioni" sul suo cognome: oltre a Canopeo (cfr. G. Vianelli, "Storia de' Vescovi di Malamocco e Chioggia", Venezia, 1790) viene chiamato Cavopeo o Cavopede (in dialetto: Caopiè) dal Bullo (cfr. "Il vescovo Angelo Canopeo da Chioggia" in "La Gioventù", Chioggia, 1899) e Cavopey dal Bellemo (cfr. "Jacopo e Giovanni Dondi", Venezia, 1894).
Quest'ultimo lo definisce categoricamente di Chioggia e ciò sulla base di alcuni documenti, tra cui uno del 23 marzo 1366, firmato dal notaio Giovanni Bellemo di Chioggia. Figlio di Felice, notaio, fu prima canonico e poi fu eletto vescovo della sua città natale, per interessamento del Senato Veneto, da papa Urbano V (1362-70) tra la fine del 1362 e l'inizio del 1363, come scrive il Vianelli.
Come testimonia lo storico chioggiotto mons. Pietro Morari, che fu poi vescovo di Capodistria, nella sua "Storia di Chioggia", il Canopeo fu più tardi trasferito alla diocesi di Trieste, intorno al 1368; acquisì il titolo di conte e morì il 13 agosto 1382. Lo stesso Morari scrive che "sotto l'ombra e con l'esempio di sì buon pastore vivevano i chioggiotti in molta carità, et unione, e con molto zelo di religione" (cfr. "Storia di Chioggia", Chioggia, 1871, p. 161).