Prima del piccolo anticipato "scisma d'Occidente" causato dalla incertezza del diritto di elezione del vescovo da parte del Capitolo o del Pontefice, occupò la sede episcopale clodiense verso il 1264 Matteo, il quale pare abbia avuto anch'egli alcune controversie con Cavarzere o con altre località della diocesi in occasione della visita triennale così da ottenere l'11 dicembre 1275 un prestito in denaro dal Maggior Consiglio per sostenere la questione.
Il 15 giugno 1264, durante la guerra tra Veneziani e Genovesi per il dominio dei mari d'Oriente, consacrò l'altare dei SS. Patroni nella vecchia Cattedrale ponendovi nella mensa il corpo di S. Felice e il capo di S. Fortunato, una spalla di S. Cecilia e un vaso di manna trovata nel sepolcro di S. Giovanni ev. L'11 febbraio 1265 confermò a Venezia insieme al can. Bonacena, promotore del Capitolo di Chioggia, la riscossione dei beni lasciati per testamento da un certo Gabriel Paolo allora defunto.
Approvò nel 1279 l'antichissima Mariègola dei SS. martiri Fele e Fortenado, istituita nei primi anni del XII secolo all'epoca della traslazione da Malamocco a Chioggia delle reliquie dei Santi Patroni della città. L'originale, forse trascritto in latino, andò perduto; il testo riportato dal Vianelli (cfr. "Nuova serie de' vescovi di Malamocco e Chioggia", Venezia, 1790) è quello che è stato ritoccato nel 1447 dal vescovo Pasqualino Centoferri ed è attinto dalla trascrizione fatta dal Dall'Acqua nel 1757 di quello contenuto nel Liber Jurium 35, pag. 103, conservato nella Curia vescovile di Chioggia. Il vescovo Matteo morì nel 1280 o 1284.