Secondo il Vianelli (cfr. "Nuova serie de' Vescovi di Malamocco e Chioggia", Venezia, 1790, vol. I, pag.132) il vescovo Selvo sarebbe "di patria verosimilmente chioggiotta", anche se questa affermazione deve essere presa... con beneficio d'inventario. L'autore, infatti, basandosi su documenti, fissa come data di inizio dell'episcopato di Domenico Selvo il 1235, mentre due illustri storici clodiensi, il Morari e il Razza, lo ricordano come vescovo rispettivamente nel 1300 e nel 1203-1218, quando dopo di lui fu eletto Felice II.
Probabilmente esiste una certa contraddizione sia nelle date che nei nomi, in quanto la diocesi clodiense in quel periodo fu retta da due vescovi di nome Domenico: Domenico nel 1203 e il citato Domenico Selvo, allora notaio e suddiacono, il quale nell'agosto 1203, essendo vescovo il primo Domenico, autenticò un documento del vescovo Domenico riguardante una contestazione di diritti mossa al Capitolo d'Aquileia e affidata al giudizio del vescovo di Chioggia (cfr. G. Vianelli, op.cit., vol. I, pag.119).
Da notare che tra le arcate anteriori della cella campanaria del campanile della Cattedrale figura una lapide sepolcrale, spezzata in due parti, con l'immagine del defunto rivestito di camice e penula, scolpita a mezzo rilievo e con un'iscrizione a caratteri longobardi, in cui si legge S. D.ni Pb. Ri D.nici / Silvi / Peterel (?) Can. C. cioè "Sancti Presbyteri Domini Silvi Peterel (appellativo ignoto al Gradenigo) Canonici Clugiensis" (cfr. C. Bullo, "Le iscrizioni lapidarie di Chioggia", Venezia, 1908 e G. A. Gradenigo, "Antichità sacre di Chioggia nel Medioevo", ms., 1763). Quest'ultimo riporta a tav. IX la descrizione con relativo disegno ricordando che "fuvvi un Vescovo di Chioggia Domenico Salvi morto nel 1236". La segnalazione dell'esistenza di tale lapide era stata fatta - annota il Gradenigo - dai "Sig.i Naccari Fortunato e Nardo Domenico (noti storici e naturalisti clodiensi, n.d.r.)", i quali "avertono ch'esiste nel parter tra i finestroni o balconate della camera del campanile del Duomo fra uno dei volti del Fenestrone in terra". Il vescovo Domenico Selvo fece atto di sottomissione al patriarca di Grado, Angelo Barozzi, il 22 settembre 1235 e l'anno dopo cessò di vivere.