A seguito della pubblicazione, nella Gazzetta Ufficiale n. 275 del 29 novembre 1947, del D.L.C.P.S., le nuove Bandiere vennero issate sulle navi militari, nei distaccamenti della Marina e nelle navi mercantili, per la prima volta, il 30 novembre 1947. 17)
Per lo stemma della Marina Militare ci eravamo permessi formulare diverse osservazioni allo Stato Maggiore Marina, Roma.
Con nota del gennaio 1993, avevamo, infatti, evidenziato che lo stemma della Marina Militare, riportato in bianco/nero in pubblicazioni ufficiali, non portava più i previsti segni convenzionali indicanti gli smalti. 18)
Lo Stato Maggiore Marina, Ufficio Affari Generali, con nota dell'11 febbraio 1993, rispondeva testualmente: “In merito a quanto rappresentato nella Sua lettera datata 27 gennaio 1993, sento il dovere di esprimerLe i sensi di viva gratitudine per le preziose indicazioni fornite. Sarà cura di questo Stato Maggiore diffondere e richiamare l'attenzione degli “addetti ai lavori” per la corretta e fedele riproduzione dello stemma della Marina militare quando rappresentato in bianco e nero. Augurandomi di poter ancora usufruire della Sua competente collaborazione, voglia gradire i miei più cordiali saluti”. 19)
Parimenti lo Stato Maggiore Marina dedicava alla nostra osservazione, l'intera pagina 32 del prestigioso Notiziario della Marina, del marzo 1993. 18)
Successivamente, con nota del 2 giugno 1993, ci permettevamo chiedere spiegazioni sul perché delle ombreggiature di marrone-nero, nel sottocorona in bandiera, osservando, altresì, che lo stemma, sovente, quando viene riportato a colori, in pubblicazioni ufficiali dello S. M. M., porta, invece, “l'ancora e due rostri romani di rosso”, contravvenendo così alla blasonatura concessa con R.D. del 25 aprile 1941, ove si parla, invece, per la corona, “il tutto d'oro”. 20)
Con altra nota del luglio 1994, osservavamo che i “quarti” riproducenti le armi delle Repubbliche di Venezia e di Pisa non ci risultavano rispondenti agli stemmi di queste antiche marinerie, in quanto nella tradizione araldica veneziana, in scudo, il campo è sempre stato “d'azzurro” e non “di rosso” ed il leone, sempre in scudo, veniva, di norma, caricato nella classica positura di accovacciato, con la testa posta di fronte e senza impugnare la spada. Si chiedevano, altresì, informazioni, sempre per l'arme di Venezia, sul perché della presenza di tre, non meglio identificate, “figure d'oro”, addestrate al leone marciano passante, sul campo di rosso.
Per l'arme pisana, osservavamo, infine, che i pomelli, negli antichi stemmi di Pisa, non figurano congiunti ai bracci della croce. 22)
A tali note, lo Stato Maggiore Marina, nell'agosto 1994, rispondeva: “Nel ringraziarLa per le segnalazioni contenute nella Sua nota del 2 giugno 1993,… si trasmette copia del volumetto “Insegne Bandiere Distintivi e stemmi della Marina in Italia”, pubblicato quale supplemento alla RIVISTA MARITTIMA nel 1992 e nel quale la S.V. potrà trovare riscontro, per quanto possibile, ai quesiti di cui alla Sua ultima nota del 23 luglio 1994”. 23)
Con successiva nota dell'ottobre 1994, lo Stato Maggiore Marina comunicava: “Prosecuzione foglio 8036785/H/3/1 in data 26 agosto 1994. La presente per informarLa che a seguito della segnalazione contenuta nella Sua nota del 2 giugno 1993, lo S.M.M. è venuto alla determinazione di prevedere l'emendamento dell'errore evidenziato, accettando, per motivi di economicità, la coesistenza delle bandiere araldicamente non perfette fino a consumazione”. 24)
Con nostra del luglio 1997, infine, ci siamo permessi chiedere allo Stato Maggiore Marina, quale errore era stato emendato (corona, quarto di Venezia, quarto di Pisa) nell'emblema della Marina Militare Italiana. 25)
E lo Stato Maggiore Marina, con nota del 24 luglio 1994, rispondeva: “ringraziando per la circostanziata ed interessante segnalazione di cui alla Sua lettera dello scorso 1° luglio con la quale si sofferma su alcuni particolari dello stemma della Bandiera navale.
Al riguardo osservo come le potenziali imperfezioni da lei individuate investano in maniera certamente non marginale la configurazione dello stemma, in particolare per quanto concerne la quartina del Leone di S. Marco. Ove, riscontrate oggettivamente ed inequivocabilmente valide, le stesse fossero recepite e formalizzate in una concreta modifica, la bandiera verrebbe variata in maniera significativa rispetto a quanto ormai ben consolidato ed universalmente conosciuto.
Come può ben immaginare, a prescindere dal conforto del supporto normativo che sanziona la composizione dello stemma araldico della Marina (R.D. 25 aprile 1941, n. 3107 e successive modificazioni/integrazioni), non è ragionevole ipotizzare, alla luce dell'ormai consolidato storico, che lo stemma possa essere così significativamente modificato. Detto pragmatico orientamento trova peraltro qualche supporto in una serie di rapide ricerche attivate a seguito del Suo scritto.
Da dette ricerche: - per quanto concerne la croce pisana si è avuta prevalente indicazione che i pomelli sono disgiunti dai bracci (ancorché la allegata pag. 400 del Vol. XXVII della Treccani li riporti congiunti); - per il Leone di San Marco si è potuto risalire a varie raffigurazioni (alcune risalenti al 1300) in cui la figura è anche in campo rosso e la posizione non è accovacciata (cfr. al riguardo l'allegato foglio estratto dal volume “Le Bandiere storie e simboli”).
Ancora grato per il Suo puntuale interessamento, Le formulo i più cordiali saluti ed i migliori auspici”. 26).