Araldica Ecclesiastica

di Giorgio Aldrighetti





ORDINI E CONGREGAZIONI RELIGIOSE




GLI STEMMI DEI
PREDICATORI, DEGLI ORATORIANI E DEI SALESIANI


    Fino a qualche decennio fa si riteneva che gli Ordini religiosi, le Diocesi, i Prelati, i Capitoli delle cattedrali avessero iniziato ad usare gli stemmi verso la metà del Duecento, circa un secolo dopo che i nobili avevano incominciato ad alzare le loro armi gentilizie. Non si considerava, invece, che in Terra Santa l’araldica dei vessilli, degli scudi e dei sigilli degli Ordini religioso-monastici era già in piena fioritura fin dal principio delle Crociate.

    L’Antico ed il Nuovo Testamento, la Patristica, i legendaria dei Santi, la liturgia hanno offerto, nei secoli, alla Chiesa i temi più svariati per i suoi simboli, destinati a divenire figure araldiche.

    Quasi sempre tali simboli alludono a compiti pastorali o di apostolato degli istituti della Chiesa, sia secolari che regolari, oppure tendono ad indicare la missione del clero, o richiamano antiche tradizioni di culto, memorie dei Santi patroni, pie devozioni locali.

    Così gli Ordini religiosi, le Diocesi, le Curie episcopali, i Capitoli delle cattedrali possedevano già, prima che nascesse l’araldica, proprie figure sacre, istintive ed allusive.

    Infatti, parliamo di figure sacre, allegoriche ed emblematiche, per la Chiesa, in quanto non si potrebbe blasonare con i termini scudo o arme, risultando interdetti agli Ecclesiastici l’appartenenza a milizie e l’uso delle armi.

    Analizziamo, di conseguenza, i simboli presenti negli stemmi dell’Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani), della Congregazione degli Oratoriani (Filippini) e della Società Salesiana di San Giovanni Bosco (Salesiani).




    L’Ordine dei Frati Predicatori (Domenicani), che ha per "scopo la propagazione e difesa della fede tra i fedeli e gl’infedeli, con la predicazione, l’insegnamento scolastico e la stampa" 1), venne fondato da San Domenico di Guzman agli albori del secolo XIII e ottenne l’approvazione apostolica nel 1216.




    La blasonatura dello stemma della Religione Domenicana è: Di bianco, cappato, alzato di nero, caricato del cane corrente al naturale, ingollante una torcia fiammeggiante posta in sbarra, timbrato di una corona all’antica attraversato da un decusse formato da un gambo di giglio in banda fiorito e fogliato al naturale e da una palma di martirio in sbarra al naturale, il tutto sormontato da una stella di 8 punte d’oro. 2)

    Il bianco 3) per il Frate domenicano è segno, simbolo di purezza e di castità, mentre il nero, di rinuncia e di penitenza. 4)

    Ma, oltre che nello stemma, tali smalti sono presenti anche nell’abito religioso dei Domenicani, essendo, da sempre, il saio di bianco ed il mantello di nero. 5)

    La stella, per la tradizione domenicana, è simbolo di predestinazione e segno personale di San Domenico, poiché si narra che, nel giorno del battesimo, la madrina vide risplendere una fulgida stella sulla fronte del Santo.

    Il giglio è invece simbolo di integrità e moralità, mentre la palma rappresenta, come ideale, il martirio. San Domenico, infatti, avrebbe desiderato, nel predicare agli infedeli, nella fattispecie i Cumani, conseguire il martirio.

    Il cane rappresenta poi la fedeltà al messaggio evangelico, mentre la fiaccola simboleggia la diffusione della Parola di Dio tra i fedeli e gl’infedeli, per opera di San Domenico e dei Suoi figli spirituali, i Frati Predicatori.

    Il cane con la fiaccola è legato, infine, ad un racconto immaginifico.

    Si narra, infatti, che la madre di San Domenico, al momento del parto, abbia avuto la visione di un cane, con una fiaccola fiammeggiante tra le fauci, correre, illuminando tutto il mondo.

    Ma i Frati di San Domenico, i Domenicani Domini canes, sono anche i cani del Signore, ossia i difensori della verità che azzannano gli eretici e difendono il gregge di Cristo.

    A completamento dell’analisi del simbolo domenicano, ne ricordiamo anche il motto: "Laudare, Benedicere, Praedicare".




    Gli Oratoriani di San Filippo Neri (Filippini) vennero, invece, fondati nel 1575, con approvazione apostolica nel 1612, confederati e re-approvati nel 1942; sono riuniti in case autonome, dette "congregazioni", nelle quali sacerdoti e laici vivono in vita comune senza voti, uniti tra loro con il solo vincolo della carità, con lo scopo della formazione individuale alla cultura spirituale e alla pietà, per mezzo d’istruzione, contatti personali, direzione spirituale, ministero del confessionale, predicazione familiare ed apostolato liturgico, specialmente fra studenti e giovani. 6)




    La blasonatura dello stemma degli Oratoriani è: D’azzurro al cuore ardente tra due gambi di gigli fioriti e fogliati, posti in decusse, sormontato da 3 stelle di 8 punte, poste 1, 2, il tutto d’oro. 7)

    Si racconta che i Sodali dell’Oratorio di San Filippo Neri abbiano scelto lo smalto d’azzurro del campo, per testimoniare l’amore filiale nei riguardi della Beata Vergine Maria e perché l’azzurro simboleggia l’immortalità dell’anima. 8)

    Il cuore fiammeggiante, invece, oltre a ricordare il cuore di San Filippo e l’infusione dello Spirito Santo nel Suo costato, simboleggia, altresì, il vincolo della carità che deve unire i Confratelli oratoriani.

    I due gambi di gigli, fioriti e fogliati, rappresentano i simboli dell’innocenza e della purezza, virtù queste sempre da coltivare e da perseguire.

    Le tre stelle "male ordinate" sono, infine, il richiamoalla verginità di Maria Ss.ma, prima, durante e dopo il parto del Salvatore. 9)

    Il motto per gli Oratoriani è: "Charitas" per ricordare il vincolo di carità che deve contraddistinguere il Sodale.

 segue
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