I gruppi di studenti “Le Balle”
La Balla del Nettuno fu fondata nel 1958
a Bologna da Joseph Primus Choreographicus. Terza Balla Petroniana in
ordine di nascita, è peculiare per le altisonanti denominazioni ecclesiastiche
delle sue gerarchie. Le caratteristiche preminenti della Balla
del Nettuno sono la spiccata predisposizione al rivolgimento di uomini, idee,
istituzioni, nonché l’assoluta allergia al diuturno pontificato. La Balla del Nettuno ha moltissima fama
in tutta Italia per gli scherzi compiuti dai suoi appartenenti. Ma ha anche un altro importante merito; fu
una delle prime Balle Bolognesi a riaprire dopo il periodo di oblio conseguente
al ‘68: la cena ufficiale di riapertura si svolse il 4 aprile 1981. Stemma Partito di nero e
d’argento, con lo scudo bordato d’oro al filetto di rosso. Lo scudo, timbrato
da una tiara papale d’oro, con le infule svolazzanti d’argento, è accollato a
due tridenti posti in decusse,
il primo d’argento, il secondo di nero, con le
aste sostenenti un vessillo, con il drappo svolazzante e terminante a punta,
verso il basso, partito: nel 1° d’azzurro alla croce d’oro, greca, patente e
ottagona; nel 2° spaccato di nero e d’argento. Movente dalle aste, in punta,
una collana d’argento sostenente una croce d’oro, greca, patente e ottagona,
con nel cuore uno scudetto ovale. Sotto la punta, una lista bifida e
svolazzante d’argento con l’iscrizione, in caratteri maiuscoli gotici di nero,
Goliardus… Decorazione I goliardi del Nettuno hanno appesa al
collo una Croce di ottone con al centro uno scudo recante una N, attraversato
da due tridenti; essa è appesa ad un cordone di stoffa Bianco e Nero. Sebbene la vera data storica di nascita
della Balla sia da porsi alla fine degli anni 50 del secolo scorso, la leggenda
recita: “In una chiara mattina di maggio, Messer Lodovico Delli Uccelieri, di
antica e fiorente prosapia, si levò dal tiepido giaciglio ed ebbe una pensata.
Correva l’anno 1417 dell’umana salute e sulle cento e cento torri di Bologna
cadeva l’oro di un sole sfolgorante. Radunati gli amici più intimi, Messer
Ludovico, tra l’ansioso silenzio degli astanti e con enfatico rapimento disse:
‘Frate Goliardo in omne tempore semper gaudioso est et nulla procella puote
obfuscare lo animo suo’. I presenti sbalorditi dall’audace novità di una
tale proposizione, intuirono che qualcosa di grande spuntava all’orizzonte
della storia e guardarono Lodovico con occhi in cui tra le luci di una trepida
attesa balenava il lampo di una esaltante speranza. Era nata la Balla de li
Goliardi Bolognesi”. Gerarchia
Stemma Troncato: nel 1°
d’argento; nel 2° di rosso.
Sul tutto un fittone al naturale, posto in
palo, con il cocuzzolo verso l’alto, accompagnato a destra ed a sinistra, nella
partizione, da due palle. Lo scudo risulta timbrato da un cappello goliardico,
terminante con tre penne di struzzo, posto alla sommità del canton destro del
capo, con la punta rivolta a sinistra, il tutto in sbarra. Decorazione I goliardi di questa Balla bolognese
hanno al collo uno scudo: Troncato: nel 1° d’argento; nel 2° di rosso; sopra il tutto
le caratteristiche due torri di Bologna al naturale. Gerarchia Balla oligarchica filo-militarista,
governata secondo la gerarchia dell’esercito imperiale romano, il cui capo è il
Console. Stemma D’argento all’oca d’oro,
riprodotta secondo lo stile disneyano, collarinata con un fazzoletto e con il
caratteristico cappello goliardico (di colore diverso secondo le Facoltà),
passante e rivoltata, abbracciante con l’ala sinistra la torre Garisenda,
accompagnata a sinistra dalla caratteristica torre degli Asinelli. Decorazione I goliardi dell’Oca portano al collo
un’insegna smaltata a forma di scudo con sopra un’oca, di stile disneyano, con
feluca (di colore diverso a seconda della Facoltà) che abbraccia le due Torri . Gerarchia Balla di carattere abbastanza esclusivo
con gerarchia di tipo civico-amministrativo, il cui capo è il Conte. Il Capo Balla è il Conte di Montecristo,
che la Governa con poteri assoluti, salvo il rispetto delle Tradizioni raccolte
in uno Statuto. Lo spirito è quello del Biblion,
l’opera omonima di Alessandro Dumas che, come osserva bene Gramsci, non è che
una trasposizione popolare, diretta espressione di quello che a livello di
intellettuali fu il “niccianesimo”. La gerarchia di Montecristo comprende
anche un vicario, o Visconte, un Questore, addetto alla burocrazia, un Gran
Capitano delle Guardie, deputato al bargello, e poi via via dei Marchesi, dei
Baroni, dei Vassalli e dei Cittadini. Vi sono poi delle res goliardicae,
Aspiranti Cittadini, e dei Feti. Stemma Partito: nel 1°
troncato: nel primo d’argento ai monti
stilizzati, al naturale, sormontati da due aquile in volo, di nero; nel secondo
di rosso. Sopra la partizione, fascia ristretta di verde. Nel 2° d’argento al
libro dell’Evangelo, posto in sbarra e aperto dello stesso, caricato da una
spada d’argento, posta in sbarra, con la punta volta verso il basso. Decorazione I goliardi del Montecristo recano al
collo un’insegna smaltata, a forma di triangolo isoscele con la punta verso il
basso, partito: nel 1° spaccato: nel 1° d’argento ai monti al naturale caricati
da varie aquile; nel 2° di rosso al capo di verde; nel 2° d’argento al Vangelo
aperto caricato da una spada con la punta rivolta verso il basso. Stemma D’argento allo scudo a
targa, posto in banda, inquartato: nel 1° d’argento al giglio di rosso; nel 2°
e nel 3° scaccato di nero e d’argento di 4 tiri e 4 file; nel 4° d’argento al
cappuccio di rosso. Lo scudo risulta timbrato da un’elmo, posto di pieno
profilo a destra, sormontato dal caratteristico cappello goliardico, con gli
svolazzi di rosso, d’argento e d’azzurro. Motto: “Se
non son matti non li vogliamo”. Decorazione I goliardi della Congiura hanno al collo
come decorazione lo stemma. Emblema Senza alcun riferimento araldico. Decorazione I goliardi del Feudo hanno al collo
un’insegna di forma rettangolare in metallo non smaltato raffigurante un
fittone alla base del quale un gallo sovrasta una gallina . Stemma Inquartato: nel 1°
d’argento al cappello presbiterale di nero; nel 2° d’azzurro al ferro della
gondola di nero, rivoltato e posto in sbarra; nel 3° di rosso alla corsesca di
San Sergio d’argento; nel 4° d’oro all’aquila spiegata di nero con la testa
rivolta. Motto: “Si est votum - imle gotum - Si
est plenum - fac eum votum - nunc et semper - bibe totum”. Decorazione I Goliardi della Parochia portano al
collo uno scudo di legno rappresentante lo stemma.
BALLA DEL NETTUNO
BALLA DE LI
GOLIARDI BOLOGNESI
Balla con gerarchia che rispecchia le
classi sociali del periodo seicentesco bolognese, il cui capo è il
Gonfaloniere.
BALLA DELL’OCA
BALLA DI
MONTECRISTO
CONGIURA DEI
PAZZI
BALLA DEL FEUDO
ROMAGNOLO
PAROCHIA VENETA