Araldica
Civica
di
Giorgio
Aldrighetti
Le insegne della
Provincia di
Venezia
Il Commissario del re Alessandro Franchi Verney, conte della Valletta, da Torino rispondeva al Ministero dell'Interno in data 11 novembre 1874 con nota prot. 436 del seguente tenore: “Qui acchiuse ed accompagnate dal proprio Voto il sottoscritto ha l'onore di restituire a codesto Superior Dicastero le carte trasmessegli coll'ossequiato dispaccio in margine distinto e relative alla domanda della Deputazione Provinciale di Venezia per concessione di stemma”. 3)
Il Voto del Commissario del re, recante per protocollo il n. 361, così recita: “ Consulta Araldica, Istanza della Provincia di Venezia, Voto del Commissario del Re. Non meritevole d'accoglimento soltanto, ma commendevole e conforme agli intendimenti espressi da codesto Superior Dicastero nella Circolare del 31 Luglio 1870, num. 7899, si è l'istanza della Deputazione Provinciale di Venezia, diretta ad ottenere la concessione alla Provincia suddetta d'uno Stemma speciale. Ed, allo stesso modo che con Regio Decreto del 6 Marzo 1872 fu conceduto alla Provincia di Genova di portare lo Stemma dell'antica Repubblica Ligure, non sembra potervi essere difficoltà a che si conceda a quella di Venezia, che comprende la massima parte degli antichi Stati detti di Terraferma della preesistente Repubblica Veneta, d'alzare l'insegna di questa. Se non che vuolsi avvertire che la figura esibita non è conforme in tutto allo Stemma che usava la Repubblica: poiché nella figura il leone d'oro posa sovra una stretta striscia pure d'oro, che non ben scorgesi, se voglia per avventura rappresentare “onde marine” ovvero una “zolla di terra”; mentre d'ordinario in tutte le figure vedesi accovacciato su una “campagna” di verde: tale p. es. fu fatto nella figura dello Stemma sulle cartelle del prestito aperto nel 1869 dalla Città di Venezia, e, quel che è più in si fatta guisa vedesi in un bellissimo diploma originale del tempo della Repubblica appartenente al casato Pisani Zusto, e che fu presentato alla Consulta in occasione dell'istanza sulla quale il Sottoscritto spiegava i suoi voti n. 68 e 75. Giova poi anche osservare come, sebbene ciò che essenzialmente costituisce uno Stemma sia lo Scudo, e, secondo i casi, la corona, o l'elmo, gli Scudi sogliansi rappresentare, non isolati, ma accompagnati da qualche ornamento esteriore, o di svolazzi, quando vi è l'elmo, od in altro modo, poiché uno Stemma col semplice Scudo coronato appare soverchiamente disadorno: e per tal motivo senz'altro si fecero accostati, da una ghirlanda di foglie di alloro lo scudo della provincia di Ancona, e da grifoni quello della provincia di Genova, ai quali Stemmi si riferirono i Decreti Reali delli 3 Luglio 1870 e 6 Marzo 1872. Quindi anche per la provincia di Venezia sembra opportuno accostare lo scudo di qualche ornamento; e trattandosi di provincia il cui capoluogo denominavasi talora, quasi per antonomasia, come fece il Freschot nella “Nobiltà Veneta” “la Regina del mare”, potrebbonvisi apporre per tenenti due tritoni come raffiguravasi sostenuto da due sirene lo stemma del Regno delle due Sicilie sul principio di questo secolo. Laonde il Commissario del Re conchiude che la Consulta abbia da dichiararsi d'avviso potersi concedere alla provincia di Venezia la facoltà d'usare di Stemma nella conformità seguente: “D'azzurro al leone d'oro, alato, e diademato dello stesso posto in maestà, accovacciato sulla campagna di verde, e tenente colle zampe anteriori avanti al petto un libro d'argento, aperto, scritto delle parole a lettere maiuscole Romane di nero PAX TIBI MARCE in tre linee sulla pagina verso, ed EVANGELISTA MEUS in altrettante linee sulla pagina recto, lo scudo cimato dalla corona propria delle provincie, e sostenuto da due tritoni al naturale, in maestà, posati sovra due volute d'oro divergenti in fascia dalla punta di esso”.
In calce al Voto del Commissario del re una interessante nota del Consultore conte Luigi Passerini che afferma: “Assentendo alla concessione dello stemma implorato dalla Provincia di Venezia, osservo che le antiche monete della Repubblica, le oselle ducali e sigilli aveano soltanto la figura del mezzo del leone senza verun sostegno al di sotto, e dicevasi il leone in mollecca; così crederei dovesse ridursi lo stemma della provincia. In quanto ai tenenti, o supporti, osservo che non sono richiesti e che non sono stati usati nelle armi della Repubblica Veneta e dalle sue famiglie; per conseguenza sarei di avviso che non dovesse introdursi questa innovazione, e che si aspettasse a concederla quando la si domandi”. 4)
Per quanto sopra la Consulta Araldica del Regno, nella adunanza del 28 febbraio 1875, deliberava: “Veduta l'istanza della Deputazione provinciale di Venezia per ottenere la concessione alla provincia stessa di un particolare stemma; Udito il parere del Regio Commissario; Notata la relazione del Consultore conte Passerini; Considerato che come fu fatto per la provincia di Genova, alla quale si concedette di assumere lo stemma della antica repubblica genovese, nulla si oppone che sia conceduto a quella di Venezia d'alzare l'insegna dell'antica Repubblica Veneta; che nel disegno dello stemma esibito, e che è quello adottato dalla deputazione provinciale, il leone d'oro posando sovra un'onda pure d'oro, non sarebbe conforme in tutto allo stemma già usato dalla veneta repubblica; La Consulta ad unanimità delibera potersi proporre che per decreto reale sia conceduta facoltà alla Provincia di Venezia di usare per arma sua particolare uno scudo: d'azzurro al leone d'oro, alato e diademato dello stesso posto in maestà, accovacciato, tenente colle zampe anteriori davanti al petto un libro d'argento aperto, scritto delle parole a lettere maiuscole Romane di nero PAX TIBI MARCE, in tre linee sulla pagina verso, ed EVANGELISTA MEUS in altrettante linee sulla pagina recto, cimando esso scudo colla corona propria delle Provincie”. 5)
Il Ministero dell'Interno, con nota prot. 666 Div. 6 Sez. 2 del 6 marzo 1875 indirizzava, di conseguenza, la seguente lettera all'Ill.mo Prefetto Presidente della Deputazione Provinciale di Venezia: “Nell'adunanza del 28 febbraio ultimo la Consulta araldica deliberava favorevolmente sulla domanda di codesta deputazione provinciale per ottenere la concessione alla provincia di Venezia di un particolare stemma che ne simboleggi la personalità civile. L'arme approvata dalla Consulta è conforme al disegno unito alla nota 12 settembre 1874 n. 1992 della Deputazione anzidetta, toltasi però l'onda d'oro sulla quale raffiguravasi poggiato il leone, affinché lo stemma stesso sia in tutto conforme a quello già usato dalla Veneta repubblica, com'era desiderio della Provincia. Nel dar notizia a V. S. Ill.ma di questa deliberazione, e mentre si sta preparando il D.to Reale col quale verrà fatta la concessione, debbo avvertire che il Decreto medesimo per le disposizioni vigenti non potrebbe conseguire il suo effetto senza il preventivo deposito delle tasse fissate dalla legge 26 luglio 1868 n. 4320 e dal R.D. 10 ottobre 1869 n. 5318 per la Consulta araldica. Il pagamento della prima dovrà essere fatto presso l'Ufficio del Registro in Venezia, trasmettendone la ricevuta al Ministero. Le seconde, liquidate nella somma di lire 202, come dalla dimostrazione qui unita, saranno pagate alla cassa di questo Ministero stesso per mezzo di vaglia del Tesoro”. 6)
Il Prefetto Preside della Deputazione Provinciale di Venezia con nota prot. 435 del 9 aprile 1875 indirizzata al Ministero dell'Interno, per oggetto: “Pagamento della tassa per uno stemma particolare a questa Provincia”, si premurava informare: “Effettuato il pagamento di lire seicento presso l'Ufficio del Registro in Venezia per tassa dovuta pella concessione a questa Provincia di uno stemma particolare, si pregia la scrivente di trasmettere la qui unita quietanza 1 corr. n. 78 come pure il qui inserto vaglia postale 31 marzo pp. n.60 di lire duecentodue a favore della Cassa di cod. Ministero per tasse dovute alla Consulta Araldica, e ciò a riscontro della gradita nota 6 marzo decorso n. 666”. 7)
Interessante, a tal punto, osservare, visionando le ricevute delle somme pagate dalla Deputazione Provinciale di Venezia che le seicento lire sono dovute per la tassa per la concessione dello stemma particolare alla Provincia, mentre le duecentodue lire riguardano, invece, venti lire per istanza di concessione; lire una per documenti presentati; lire venti per voti definitivi del Regio commissario; lire cento per il decreto; lire una per iscrizione e lire sessanta per rimborso della miniatura dello stemma (tre copie), per un totale, appunto, di duecentodue lire. 8)
Il sospirato Decreto Reale concessivo dello stemma alla Provincia di Venezia, datato da Napoli il 26 aprile 1875, così recita: