Annotiamo, infine, che avendo ricevuto l'incarico dalla Segreteria Generale del Consiglio Regionale del Veneto di produrre l'Introduzione al volume: Consiglio Regionale del Veneto, Il Veneto, stemma per stemma, Firenze 2000, abbiamo avuta la possibilità di controllare quanti leoni marciani figurassero caricati in stemmi comunali, ovviamente in varie positure e smalti ed assieme ad altre figure araldiche.
Ne è sortito così che in Provincia di Belluno il nostro leone marciano figura caricato negli scudi dei Comuni di Arsiè, Lorenzago di Cadore e Soverzene; in Provincia di Padova negli scudi dei Comuni di Cervarese Santa Croce, Montagnana, Sant'Urbano e Veggiano; in Provincia di Rovigo negli scudi dei Comuni di Rovigo, Canda, Fiesso Umbertiano, Giacciano con Baruchella, Lendinara e Polesella; in Provincia di Treviso negli scudi dei Comuni di Caerano San Marco, Castelfranco Veneto, Crespano del Grappa, Giavera del Montello, Monastier e Riese Pio X ed infine in Provincia di Vicenza negli scudi dei Comuni di Cismon del Grappa e Noventa Vicentina.
Ricordiamo, altresì, che gli antichi stemmi del Comune di Cologna Veneta, nel veronese, figurano sormontati da un leone marciano rivoltato ed hanno per tenenti i protettori della Comunità, i Santi Felice e Fortunato martiri, raffigurati a cavallo.
Evidenziamo, per ultimo, che il leone marciano risulta caricato anche in stemmi comunali di altre Province d'Italia, come nel caso dei Comuni di Calliano e di Transacqua nel trentino.
_____________________________
1) G. De Camelis, Rivista Amministrativa, LXXVII, pag. 236.
2) Tribunale di Milano, sentenza del 1 marzo 1926.
3)) A. P. Torri, Gli stemmi e i gonfaloni delle Provincie e dei Comuni italiani, Firenze 1963, pag.18.
4) O. Neubecker, Araldica, origini, simboli e significato, Verona 1980, pag. 50.
5) A. C. Fox - Davies, Insegne Araldiche, Ed. Orsa Maggiore, Torriana (Fo) 1992, pag. 3.
6) L. de Làszloczky, L'evoluzione dello stemma di Stato dell'Italia unita, “Rassegna degli Archivi di Stato”, anno XLIX - n. 2, Roma, maggio / agosto 1989, p. 326.
7) Per un più approfondito esame sull'argomento: cfr. M. Serio, I due concorsi per l'emblema della Repubblica, “La nascita della Repubblica, mostra documentaria”, a cura dell'Archivio Centrale dello Stato, Roma 1987, pp. 344 - 352.
8) Ibidem.
9) Ibidem.
10) L. de Làszloczky, L'evoluzione dello stemma di Stato dell'Italia unita, cit., p. 326.
11) cfr. M. Serio, I due concorsi per l'emblema della Repubblica, cit., pp. 344 - 352.
12) “Il Presidente della Repubblica:
Visto l'art. 4 del Decreto Legge Luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151, con le modificazioni ad esso apportate dell'art. 3, comma primo, del Decreto Legislativo Luogotenenziale 16 marzo 1946, n. 98;
Viste le disposizioni transitorie I e XV della Costituzione;
Visto l'art. 87, comma quinto della Costituzione;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro per la Grazia e Giustizia;
PROMULGA
il seguente Decreto Legislativo, approvato dal Consiglio dei Ministri con deliberazione
dell'8 aprile 1948;
Articolo 1
Art. 1. L'emblema dello Stato, approvato dall'Assemblea Costituente con deliberazione del 31 gennaio 1948, è composto di una stella a cinque raggi di bianco, bordata di rosso, accollata agli assi di una ruota di acciaio dentata, tra due rami di olivo e di quercia, legati da un nastro di rosso, con la scritta di bianco in carattere capitale 'Repubblica Italiana'.
La foggia dell'emblema è effigiata nelle tavole unite al presente Decreto e firmate dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
Articolo 2
Art. 2. Il nuovo emblema dello Stato sostituisce quelli attuali in tutti gli usi previsti dalle vigenti disposizioni.
Articolo 3
Art. 3. Gli stemmi ed i sigilli attualmente in uso verranno gradatamente sostituiti in conformità degli articoli precedenti.
Resta fermo il disposto dell'art. 7, ultimo comma, del Decreto Legislativo Presidenziale 19 giugno 1946, n. 1.
Articolo 4
Art. 4. Con decreto del Ministro per la Grazia e Giustizia sarà stabilita la data dopo la quale i notai non potranno più servirsi del sigillo attualmente in uso.
Articolo 5
Art. 5. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella 'Gazzetta Ufficiale' della Repubblica”.
(Decreto Legislativo 5 maggio 1948, n. 535, in supplemento Gazzetta Ufficiale, 28 maggio 1948, n. 122. Foggia ed uso dell'emblema dello Stato).
13) Memoriale per la Consulta Araldica, I, Roma 1873, p. 32.
14) L. de Làszloczky, L'evoluzione dello stemma di Stato dell'Italia unita, cit., p. 306.
15) A. Pezzana, Il Sigillo dello Stato nelle vicende costituzionali del Regno d'Italia, “Il Consiglio di Stato, Rassegna di Giurisprudenza e Dottrina”, Anno XLII, n. 1, Gennaio 1991, p. 195.
16) L. de Làszloczky, L'evoluzione dello stemma di Stato dell'Italia unita, cit., p. 308.
17) Ibidem, p. 310.
18) Ibidem.
19) “Nell'anno 1871 gli alamari dei carabinieri si arricchiscono di un simbolo, che è il simbolo delle forze armate nazionali: le 'stellette'. Il decreto istitutivo porta la data del 13 dicembre 1871: 'Sulla proposta dei ministri della Guerra e della Marina - dice il decreto - tutte le persone soggette alla giurisdizione militare porteranno come segno caratteristico della divisa militare, le stelle a cinque punte sul bavero dell'abito della rispettiva divisa'. La successiva istruzione del 4 gennaio 1872 stabilisce tra l'altro che 'le stellette saranno ricamate in oro per gli uffiziali generali, in argento per gli uffiziali ed assimilati al grado di uffiziali superiori ed inferiori, in lana o cotone bianco per la truppa'. 'Esse saranno foggiate - continua l'istruzione - in modo che le punte seguano i vertici di un pentagono iscritto in un circolo di 21 mm di diametro, ed i rientranti vertici di un pentagono iscritto in un circolo di 16 mm di diametro. Gli uffiziali ed assimilati a grado di uffiziale a luogo di stellette in ricamo potranno fare uso di stellette di metallo argento (o dorato se uffiziali generali), e fatte in modo da poterle levare e rimettere, purché abbiano le dimensioni più sopra indicare'. L'adozione delle stellette diventa obbligatoria a decorrere dal 1° aprile 1872 per gli uffiziali e dal 1° luglio per la truppa. 'Per gli uffiziali dei carabinieri - precisava una nota del 28 gennaio 1872 - il centro di ogni stelletta, sempre rimanendo sulla perpendicolare innalzata sulla cucitura della goletta a 25 mm dal gangherino, dovrà trovare nel vuoto dell'alamaro per l'abito di piccola montura e fra i due alamari nell'abito di grande montura. Le stellette dovranno pure essere collocate sui baveri dei mantelli degli uffiziali dei carabinieri reali. Perciò il 1° aprile 1872 saranno tolti per far posto alle stellette, gli speciali distintivi di cui erano ornati i baveri dei cappotti-soprabito di antico modello degli uffiziali dello stato maggiore, del genio e dei granatieri'. Fin qui il decreto e le successive istruzioni. Il divieto di fare uso delle stellette da parte dei non militari viene sancito con decreto del 1907, n. 556”. (G. Maiocchi, CARABINIERI due secoli di storia italiana, Milano 1980, p. 304).
20) O. Bosio, L'Araldica dell'Esercito, Stato Maggiore Esercito, Ufficio Storico, Roma 1985, p. 67.
21) J. Chevalier-A. Gheerbrant, Dizionario dei Simboli, Milano 1994, p. 427, voce Stella.
22) G. Gamberini, (a cura di), Gli emblemi araldici della Massoneria di rito scozzese antico ed accettato, Firenze 1988, pp. 16, 20, 22, 24, 32, 38, 42, 46, 52, 56, 62.
23) A.C. Fox-Davies, A complete guide to Heraldry, London 1993, voce Mulet, pp. 146, 295, 488, 515, voce Stars, pp. 11, 295.
24) “The use of the hexagram as an alchemical symbol denoting the harmony between the antagonistic elements of water and fire became current in the later 17th century, but this had no influence in Jewish circles. Many alchemists, too, began calling in the shield of David (traceable since 1724). But another symbolism sprang up in Kabbalistic circles, where the 'shield of David' became the 'shield of the son of David', the Messiah”. (Encyclopaedia Judaica, Gerusalemme 1971, vol. 11, p. 696, voce Magen David).
25) P. Guelfi Camajani, Dizionario Araldico, Milano 1940, pp. 521-522, voce Stella.
26) L. de Làszloczky, L'evoluzione dello stemma di Stato dell'Italia unita, cit., p. 329.
27) Ibidem, p. 327.
28) P. Tournon, Note sulla Consulta araldica e sull'Ufficio araldico, “Rassegna degli Archivi di Stato”, anno XLIX - n. 2, Roma, maggio / agosto 1989, p. 434.
29) G.C. Bascapè - M. Del Piazzo, con la collaborazione di L. Borgia, Insegne e Simboli, Araldica pubblica e privata medioevale e moderna, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Roma 1983, p. 121.
30) Per un più approfondito esame sull'argomento, si veda: cfr. “Corriere della Sera”, 13 novembre 1987, Stemma della repubblica che delusione - Bocciati stivali, vele e omini tricolore; “Il Giornale”, 13 novembre 1987, Quei bozzetti valgono proprio poco - Lo 'Stellone' per ora non si tocca.
31) G. Galuppini - F.Gay, Insegne, Bandiere distintive e Stemmi della Marina in Italia, “Rivista Marittima”, n. 4, aprile 1992, inserto, p.51.
32) Ibidem, p. 57.
33) Ibidem, p. 57-58.
34) “Il Presidente della Repubblica
Visti gli articoli 87, primo comma, e 95, primo comma, della Costituzione:
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro della Difesa
DECRETA
“L'insegna di comando del Presidente della Repubblica è costituita da uno stendardo di colore azzurro di foggia quadrata, con al centro l'emblema dello Stato in oro, conforme al modello allegato.
Con suo Decreto il Presidente del Consiglio dei Ministri impartisce le conseguenti direttive alle Amministrazioni dello Stato e alle Rappresentanze Diplomatiche all'estero.
Restano ferme le disposizioni del 'Regolamento sul Servizio Territoriale e di Presidio - Ed. Maggio 1973' per l'uso dello Stendardo Presidenziale presso le Forze Armate”.
Roma, addì 29 Giugno 1992.
Oscar Luigi SCALFARO”
(Decreto Presidente della Repubblica, 29 Giugno 1992)
35) D.P.R. 9 ottobre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 241 del 14 ottobre 2000.
36) Ibidem.
37) D.P.R. 17 maggio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2001.
38) Ibidem
.
39) G. Galuppini - F.Gay, Insegne, Bandiere distintive e Stemmi della Marina in Italia, cit., p. 28.
40) Ibidem.
41) Giorgio Aldrighetti, nota del 13 aprile 1995, prot. reg.le n. 20643, e note successive indirizzate al sig. Presidente della Giunta Regionale del Veneto, Venezia.
42) Raccolta per ordine cronologico di tutti gli atti, decreti, nomine, ecc. del Governo Provvisorio della Repubblica Veneta, Venezia 1848, to. I. p, I, p. 176.
43) Atti del Consiglio comunale di Venezia, anno 1879, cit., p. 519.
44) Ibidem, p. 518.
45) Ibidem, p. 519.
46) B. Cecchetti, Gli stendardi della piazza di S. Marco nel 1600, e la bandiera del Comune di Venezia nel 1886 in "Archivio Veneto", anno XVI, to. XXXI, p. 1, Venezia 1886, pp. 283-284.
47) Ricciotti Bratti, Bandiere ed emblemi veneziani, Venezia 1914, p. 14.
48) Archivio Storico Comunale di Venezia.
49) Giorgio Aldrighetti, nota del 5 agosto 1993 e nota del 5 agosto 1994 indirizzate al comune di Venezia.
50) G. Aldrighetti – M. De Biasi, Il Gonfalone di San Marco, Venezia 1998.