Araldica Civica
di Giorgio Aldrighetti





    Passando, infine, allo stendardo presidenziale, ricordiamo che “L'insegna del presidente della Repubblica, adottata nel febbraio 1948 al posto dello stendardo reale, e costituita, provvisoriamente, dal tricolore nazionale, fu sostituita, diciassette anni dopo, con uno stendardo azzurro, di forma quadrata con al centro lo stemma della Repubblica. Di tale provvedimento è fatta menzione nel F. O. n. 76 in data 22 settembre 1965”. 31)

Poi: “nel 1986 fu istituito uno stendardo per il presidente della Repubblica supplente. Tale stendardo è simile a quello del presidente effettivo, ma anziché azzurro, è bianco, con cornice azzurra; inoltre, lo stemma dello Stato, anziché essere color oro, è color argento”. 32)

“Lo stendardo del presidente della Repubblica è stato, di recente, nuovamente modificato. Con D.P.R. in data 22 marzo 1990 è infatti entrato ufficialmente in uso il nuovo stendardo in sostituzione di quello azzurro con stemma di Stato. Esso consiste nella Bandiera Nazionale a bordo completo azzurro alto un sesto della lunghezza del tricolore”. 33)

Con il successivo D.P.R. 29 giugno 1992 si è ritornati, però, alla precedente insegna del 1965, con il drappo d'azzurro caricato dall'emblema dello Stato, il tutto d'oro. 34)

Lo stendardo del Presidente della Repubblica è stato nuovamente modificato con il D.P.R. 9 ottobre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 241 del 14 ottobre 2000.

Il Decreto così recita: “L'insegna di comando del Presidente della Repubblica è costituita da uno stendardo la cui foggia, quadrata, è conforme al modello allegato”. 35)

Sempre nella Gazzetta Ufficiale appare anche la descrizione araldica dello stendardo, come segue: “di rosso, bordato d'azzurro, al grande rombo appuntato ai lembi, di bianco, caricato dal carello di verde appuntato ai margini del rombo, esso carello sopraccaricato dall'emblema della Repubblica italiana d'oro”. 36)

Con il D.P.R. 17 maggio 2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 117 del 22 maggio 2001, si è creata, invece, l'insegna distintiva per gli ex Presidenti della Repubblica; il Decreto così recita: “L'insegna distintiva degli ex Presidenti della Repubblica è costituita da uno stendardo la cui foggia, quadrata, è conforme al modello allegato”. 37)

Sempre nella Gazzetta Ufficiale appare anche la descrizione araldica della nuova insegna, come segue: “Inquartato: nel I e IV di verde, nel II e nel III di rosso, al grande rombo appuntato ai lembi di bianco, esso rombo caricato dalla Cifra d'Onore della Presidenza della Repubblica, di cui al D.P. 14 ottobre 1986, n. 19/N”. 38)

Come abbiamo già osservato, l'art. 1 del Decreto Legislativo 5 maggio 1948, n. 535, recita, invece, che l'emblema della Repubblica si compone: “di una stella a cinque raggi di bianco, bordata di rosso accollata agli assi di una ruota di acciaio dentata, tra due rami di olivo e di quercia, legati da un nastro di rosso, con la scritta di bianco in carattere capitale Repubblica Italiana”.

Non si riesce, di conseguenza, a comprendere perché l'emblema ufficiale dello Stato, quando viene caricato sul drappo dello stendardo presidenziale, perda i suoi smalti, per assumerne uno solo, il “di oro”, smalto questi, peraltro, non presente nella blasonatura del Decreto Legislativo 5 maggio 1948, n. 535, istitutivo dell'emblema repubblicano.

Eguali considerazioni valgono per lo stendardo del presidente supplente, con drappo di bianco con cornice azzurra, caricato dall'emblema della Repubblica, d'argento. Mentre non riusciamo veramente a capire il motivo del drappo di bianco, rileviamo che la 'cornice azzurra' in effetti è la bordatura d'azzurro del drappo, senza contare che in questo vessillo lo stemma repubblicano assume un nuovo smalto, il d'argento, smalto, anche questo, assolutamente non presente nella blasonatura del più volte citato Decreto Legislativo 5 maggio 1948, n. 535.

Esaminando gli stendardi reali, abbiamo osservato, invece, che “Nuovi stendardi per il Sovrano e per i Principi vennero adottati nel 1880 con R. D. del 28 novembre. Sopprimendo le insegne fino allora in uso, il Decreto stabiliva che lo stendardo reale doveva essere: 'di colore azzurro e di forma quadrata, portante nel mezzo un'aquila coronata e fregiata dello scudo di Savoia, contornata dal collare della SS. Annunziata, ed avrà a ciascuno degli angoli una corona reale' ”. 39)

Analizzando tale stendardo reale, osserviamo che il drappo è d'azzurro (smalto per eccellenza sabaudo), caricato con l'aquila coronata e fregiata dello scudo dei Savoja, che altro non è se non l'aquila nera di Savoja antica, con in cuore lo scudetto di Savoja moderna, di rosso alla croce d'argento. Il collare dell'Ordine Supremo della Ss. ma Annunziata che contorna l'aquila figura dorato e gemmato, mentre nei cantoni sono caricate quattro corone reali sabaude d'oro, foderate di rosso.

“Identico come disegno, ma privo delle corone reali e con battente tagliato a coda di rondine, era il 'gagliardetto dei reali principi'. Stendardo e gagliardetto rimasero immutati fino al 1946, quando cambiò la forma istituzionale dello Stato”. 40)

Ne consegue, nel pieno rispetto della migliore tradizione araldico-vessillologica, che un'arme od un emblema, quando vengono caricati nel drappo di una bandiera, conservano inalterati gli smalti e le figure previste nell'arme o nell'emblema originari.

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