Araldica negli altri
Stati
Nella
seconda facciata, similmente in quattro righe; il leone sostenuto da una
pianura di verde (regno di Venezia); lo scudetto timbrato dalla corona ferrea [1]
Nell’ottavo,
interzato in fascia: nel primo e nel secondo inquartato in palo; nel terzo partito
con un innestato in punta e sul tutto uno scudetto:
nel
primo, inquartato in palo:
nel
1° partito: nel 1° d’oro a tre leoni di nero passanti l’uno sull’altro; nel 2°
di rosso alla fascia d’argento (ducato di Carinzia);
nel 2° d’argento
all’aquila d’azzurro, coronata d’oro, rostrata, linguata e membrata di rosso,
caricata in cuore da un montante scaccato di rosso e d’oro di due file (ducato
di Carniola);
nel
3° d’argento al cappello di nero bordato d’argento, con due cordoni decussati
di rosso, desinenti in nappe (marca di Windisch);
nel
4° d’azzurro all’aquila d’oro, coronata dell’ultimo, rostrata, linguata e
membrata di rosso (ducato del Friuli);
nel
secondo, inquartato in palo:
nel
1° troncato: nel 1° d’oro all’aquila bicipite di nero, coronata sulle due teste
e rostrata del primo, linguata di rosso; nel 2° di rosso alla fascia d’argento,
alla corsesca di San Sergio d’oro attraversante in palo, movente dalla punta
(signoria di Trieste)
[2]
nel
2° d’azzurro alla capra ferma d’oro, coronata e unghiata di rosso (margraviato
d’Istria);
nel
3° troncato d’oro e d’azzurro, alla croce ancorata d’argento attraversante sul
tutto (contea principesca di Gradisca);
nel
4° trinciato: nel 1° d’azzurro al leone d’oro coronato dello stesso; nel 2°
sbarrato d’argento e di rosso (contea principesca di Gorizia);
nel
terzo, partito:
nel
1° d’argento a tre bande d’azzurro (ducato di Ragusa);
nel
2° d’argento al leone di rosso, armato del primo (signoria di Cattaro);
innestato
in punta: d’argento al cavallo passante di nero, imbrigliato d’oro e sellato
d’azzurro, con un cavaliere armato alla romana, mantellato di rosso, tenente
con la mano destra un’asta d’oro di un vessillo con il drappo, bifido e
svolazzante, d’argento alla croce di rosso, (ducato di Zara);
sul
tutto, scudetto: d’azzurro ad una nave all’antica d’oro, vogante di quattro
remi, banderuolata dell’ultimo, con il drappo svolazzante a sinistra; lo
scudetto timbrato dalla corona del regno d’Illiria.
Stemma medio
Nel nono, troncato semipartito e sul tutto uno scudetto:
nel
1° d’azzurro a due fasce scaccate di due tiri e di tre file, d’argento e di
rosso (regno di Lodomiria);
nel
2° d’argento all’aquila d’azzurro, rostrata e membrata d’oro, linguata di rosso
(ducato di Auschwitz);
nel
3° d’azzurro all’aquila d’argento, rostrata e membrata d’oro, linguata di rosso
(ducato di Zator);
sul
tutto, scudetto: d’azzurro alla fascia diminuita di rossa attraversante sul
tutto, sostenente un corvo di nero, posato, allumato d’oro, accompagnata in
punta da tre corone all’antica, d’oro, ordinate 2, 1; lo scudetto timbrato
dalla corona del regno di Galizia.
La grande arma,
accollata in cuore all’aquila imperiale bicipite spiegata di nero, coronata
d’oro sulle due teste, rostrata e membrata dell’ultimo, linguata di rosso, tenente
con gli artigli: a destra lo scettro e la spada reale con la impugnatura
cruciforme, il tutto d’oro; a sinistra il globo imperiale, centrato e crociato
dello stesso.
L’aquila bicipite è timbrata
dalla corona imperiale d’Austria che è chiusa, arcata a semicerchi, sostenuta
da un cerchio d’oro, gemmato, rialzato da punte ornate di fioroni d’oro,
sormontata da una crocetta cimata da una perla a forma di goccia, foderata di
una berretta di rosso, dalla quale scendono due infule di rosso, svolazzanti e
frangiate d’oro.
La
grande arma è contornata dai collari dell’Ordine equestre del Toson d’oro [3],
dell’Ordine militare di Maria Teresa [4],
dell’Ordine al merito civile ungherese di Santo Stefano [5],
dell’Ordine imperiale austriaco di Leopoldo [6]
e dell’Ordine imperiale della Corona Ferrea” [7].
Annotiamo
che la blasonatura della grande arma ha riguardato ben 62 stemmi di dominio e
di pretensione. Nel patrimonio araldico dell’impero d’Austria figurano, ovviamente,
anche lo stemma d’Austria chiamato medio o mezzano ed il piccolo stemma.
Piccolo stemma
Lo stemma medio si
compone dell’aquila imperiale bicipite, eguale a quella della grande arma,
timbrata dalla corona imperiale e caricata in cuore dello scudetto della casa
imperiale d’Austria che è interzato in palo con gli stemmi della contea
principesca di Habsburg, della casa d’Austria e del ducato di Lorena. Nelle
penne dell’aquila, nella positura montante, figurano caricati undici scudetti,
timbrati con le rispettive corone reali, principesche, arciducali e ducali, con
gli stemmi d’Ungheria; Lombardo Veneto; Illiria; Transilvania; Moravia;
Bucovina; Tirolo; Boemia; Galizia; Austria inferiore dell’Enns; Salisburgo;
Stiria e Carinzia. Lo stemma medio è contornato dai collari dell’Ordine del
Toson d’oro, dell’Ordine di Maria Teresa, dell’Ordine di Santo Stefano,
dell’Ordine di Leopoldo e dell’Ordine della Corona Ferrea.
Il piccolo stemma,
infine, si compone dell’aquila imperiale bicipite, eguale a quella della grande
e media arma, timbrata dalla corona imperiale e caricata in cuore dello
scudetto della casa imperiale d’Austria che è interzato in palo con gli stemmi
della contea principesca di Habsburg, della casa d’Austria e del ducato di
Lorena; lo scudetto contornato dal collare dell’Ordine del Toson d’oro.
______________________
[1] La famosa corona ferrea trae il nome dalla
lamina di ferro circolare che adorna il cerchio d’oro, gemmato e smaltato
presente nel tesoro della basilica di San Giovanni in Monza; tale lamina deriverebbe,
secondo la tradizione, da un chiodo della Passione di N. S. G. C. Come noto si
deve a Sant’Elena l’Invenzione della Croce.
[2] Trieste modificò la propria arma: “di rosso alla
fascia d’argento, alla corsesca di San Sergio d’oro attraversante in palo,
movente dalla punta” con il passaggio dall’Austria all’Italia, assumendo per
arma: “di rosso alla corsesca di San Sergio d’oro attraversante in palo,
movente dalla punta” ed abbandonando, di conseguenza, la fascia d’argento.
Molti studiosi ed anche diversi araldisti, parlando dell’arma di Trieste, la
descrivono caricata da un alabarda o da uno scettro a firma di giglio; in
realtà, si tratta della corsesca, ovvero di un arma composta da un’asta
da lancio di media lunghezza con ferro a foggia di spuntone con alla base due
ali laterali taglienti e ricurve verso la punta, usata, di norma, per
sgarrettare i cavalli; secondo la tradizione, con tale strumento venne
martirizzato il triestino San Sergio. Il nome di corsesca deriva da corso
“di Corsica” per l’iniziale uso di tale strumento in quest’isola.
[3] L’Ordine del Toson d’oro venne creato dal
duca di Borgogna Filippo II, detto il Buono, nella città di Bruges, il
10 di gennaio del 1429, in occasione delle sue nozze con l’infanta Isabella di
Portogallo e si componeva di 24 cavalieri. L’Ordine che risulta posto sotto la
protezione di Sant’Andrea ap.lo, nel 1516, per volontà di Carlo I, re di
Spagna, ((divenuto poi Carlo V imperatore), si ampliò a 50 cavalieri, oltre il
sovrano, capo dell’Ordine. L’Ordine venne ripetutamente approvato dal papa
Gregorio XIII nel 1564 e da Clemente VIII, nel 1599. Con il matrimonio di
Massimiliano, arciduca d’Austria, con la figlia di Carlo il Temerario,
il Gran Magistero dell’Ordine passò alla casa d’Austria. Dopo la morte
dell’imperatore Carlo V, i re di Spagna, suoi successori, furono i Gran Maestri
dell’insigne Ordine. Nel novembre del 1700, con la morte di Carlo II, ultimo re
spagnolo della casa d’Austria, l’arciduca Carlo (che si era fatto proclamare re
di Spagna con il nome di Carlo III) essendo salito al trono d’Austria con il
nome di Carlo VI, nel 1713 ripristinò l’Ordine del Toson d’oro,
dichiarandosi unico Gran Maestro. A nulla valsero le proteste del re di Spagna
Filippo V e da tale data i sovrani di Spagna e d’Austria, ciascuno per proprio
conto, conservarono il diritto di conferire tale Ordine. Il collare d’oro della
decorazione si compone di acciarini intervallati da pietre focaie d’azzurro,
sprigionanti fiamme di rosso; dalla collana pende il mitico toson o vello
d’oro: Il nastro dell’Ordine è di rosso mentre il motto recita: ANTE FERIT QUAM
FLAMMA MICET.
[4] L’Ordine militare di Maria Teresa venne istituito
il 12 di dicembre del 1758 per perpetuare la vittoria contro i Prussiani nella
battaglia del 18 di giugno del 1757 e per ricompensare gli atti di valore.
L’Ordine è diviso nelle classi di Gran Croce, Commendatore e Cavaliere. La
decorazione dell’Ordine si compone nel recto di una croce d’oro, smaltata di
bianco, greca, patente e ritondata, caricata in cuore da uno scudetto circolare
di rosso alla fascia d’argento (gli smalti della casa d’Austria); lo scudetto
risulta circondato da un cerchio d’oro nel quale figura il motto FORTITUDINI;
nel verso, una corona d’alloro con la cifra di Maria Teresa. La croce è
sostenuta dal nastro dell’Ordine: di rosso tramezzato da una lista di bianco in
palo.
A tal proposito, ci
permettiamo di far osservare le similitudini che esistono nei colori del nastro
e nella forma della croce tra quest’Ordine e l’Ordine della Corona d’Italia,
quest’ultimo istituito da S. M. Vittorio Emanuele II, re d’Italia, il 20 di
febbraio del 1868, per consacrare e perpetuare la memoria della consolidazione
dell’Italia, grazie alle annessioni.
[5]
L’Ordine di Santo Stefano d’Ungheria è stato
creato dall’imperatrice Maria Teresa il 6 di maggio del 1764 in onore del primo
re d’Ungheria Santo Stefano. L’Ordine ha per scopo di premiare il merito, la
virtù ed i servizi resi allo Stato ed alla persona del Sovrano; il Gran
Magistero è unito in perpetuo alla corona d’Ungheria. La decorazione consiste nel
recto di una croce d’oro, smaltata di bianco, greca e patente, caricata in
cuore da uno scudetto circolare raffigurante una croce patriarcale d’argento,
timbrata con la corona d’Ungheria; con addestrata e sinistrata la cifra di Maria
Teresa; la croce sostenuta da un monticello di verde; lo scudetto risulta
circondato da un cerchio d’oro nel quale figura il motto PUBLICUM MERITORUM
PRAEMIUM; nel verso, una corona di foglie di quercia con la cifra STO:
ST. RI. AP. che sta per Sancto Stephano Regi Apostolico. La croce, sormontata
dalla corona dell’impero d’Austria, è sostenuta dal nastro dell’Ordine di
rosso. La festa dell’Ordine cade il 2 di settembre, nella ricorrenza di Santo
Stefano d’Ungheria.
[6] L’imperatore Francesco I, in occasione delle sue
nozze con l’arciduchessa Maria Luisa avvenute l’8 di gennaio del 1808, creò
l’Ordine di Leopoldo per onorare la memoria dell’imperatore Leopoldo II.
L’Ordine ricompensa tutte le persone che si rendono insigni nelle lettere,
nelle scienze, nelle arti e nelle invenzioni e scoperte. L’Ordine figura diviso
in tre classi: 1° Gran Croci, che acquisiscono il titolo di cugini
dell’imperatore; 2° Commendatori che prendono il titolo di baroni;
3° Cavalieri che ricevono la nobiltà ereditaria. Tale Ordine che ha per
Gran Maestro l’imperatore può essere conferito, oltre ai sudditi, anche agli
stranieri. La decorazione dell’Ordine si compone nel recto di una croce
d’oro, smaltata di rosso con la bordatura di bianco greca e patente, caricata
in cuore da uno scudetto circolare di rosso, nel quale figurano le iniziali
dell’Imperatore F. I. A., che sta per Franciscus Imperator Austriae; lo
scudetto risulta circondato da un cerchio di bianco nel quale figura il motto
INTEGRITATI ET MERITO; nel verso, una corona d’alloro dorata riportante
il motto dell’imperatore Leopoldo II OPES REGUM CORDA SUBDITORUM. La croce,
sormontata dalla corona dell’impero d’Austria, è sostenuta dal nastro: di
rosso bordato di bianco.
[7] Napoleone I, imperatore dei Francesi, dopo la sua incoronazione a re d’Italia
avvenuta il 26 di maggio del 1805, creò il successivo 5 di giugno, l’Ordine
cavalleresco della Corona Ferrea per ricompensare i valorosi, gli scienziati e
quant’altri dichiarati degni. Dopo la caduta dell’impero napoleonico, Francesco
I, imperatore d’Austria, il 12 di febbraio del 1812, in occasione del suo
genetliaco, avocò al patrimonio araldico della casa d’Austria tale Ordine, con
nuovi statuti, dividendolo in tre classi di cavalieri e conferendo agli
insigniti gli stessi privilegi dei cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano. La
decorazione consiste nella corona ferrea sormontata dall’aquila imperiale
bicipite, coronata su ambo le teste, tenente con gli artigli: a destra la spada
reale; a sinistra il globo imperiale, centrato e crociato; l’aquila caricata in
cuore da uno scudetto triangolare d’azzurro con l’iscrizione F (Francesco I); nel
verso, caricata sempre nello scudetto, l’iscrizione 1815; il tutto
sormontato dalla corona dell’impero d’Austria. La decorazione è sostenuta da un
nastro di giallo listato d’azzurro. La divisa o motto dell’Ordine è AVITA ET
ACUTA.
Ci sia permesso ricordare che, nel tempo, l’impero
austriaco disponeva di altri Ordini cavallereschi, tra i quali annoveriamo
l’Ordine al merito militare, l’Ordine di Elisabetta Teresa, l’Ordine di
Francesco Giuseppe, l’Ordine della croce stellata e l’Ordine di Elisabetta per
le dame.
(Cfr. L. Cappelletti, Storia degli Ordini cavallereschi
esistenti, soppressi ed estinti presso tutte le nazioni del mondo, Livorno
1904).